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Humulus lupulus.

Luppolo comune, Ligaboschi – English name: Hop, Common hop – French name: Houblon – German name: Hopfen

E’ una pianta perenne e dioica (cioè esiste la pianta maschile e quella femminile ben distinte), la sua radice è costituita da un rizoma carnoso e ramificato, quasi elastico, marrone e staernamente e biancastro nel suo interno.

In primavera i nuovi fusti emergono dal terreno (possono raggiungere anche i 7 metri) , ed essendo incapaci di rimanere eretti si avvinghiano a tuto ciò che li circonda rimanendovi ancorato grazie alle ‘spine’ che ricoprono i suoi tralci.

Le foglie sono dotate di picciolo, portate opposte e divise in lobi ellittici con margine dentellato.

I fiori maschili sono raggruppati in pannocchie pendule, provvisti di cinque petali biancastri, all’apice dei rami, mentre i fiori femminili  sono posti a due a due, all’ascella di brattee fogliacee  riunite  a formare i ben noti  coni ovoidali.

Il frutto  detto Achenocono è formato da piccoli frutti di circa 3 mm, circondati dalle brattee che hanno assunto una consistenza cartacea sulla cui superficie si trovano numerose ghiandole secernenti una sostanza resinosa giallastra.

Si trova comunemente nei boschi umidi, fossi, incolti, siepi dove l’ambiente risulta fresco e il terrenoi fertile.

Dal latino Humus = terra ricca di sostanze organiche (=humus) e lupulus = lupo probabilmente per sottolineare il suo portamento e selvaggio.

Ha proprietà sedative sulla sfera nervosa e sessuale e del climaterio grazie ai principi attivi quali resina (contenente ululone) olio essenziale (mircene e umulene) e fitoestrogeni.

Appartiene alla stessa famiglia della Cannabis e presenta anch’essa effetti soporiferi e calmanti.

Aneddotti storici: si dice che chi lavorava nelle vecchie fabbriche di birra, accusava sonnolenza ed era obbligato a sospoendere il proprio lavoro periodicamente per evitare di addormentarsi.

Nell’antico Egitto e all’epoca Romana in Europa, il luppolo veniva usato per curare le malattie del fegato, i disturbi digestivi, alcune malattie femminili e come purificante del sangue.

Ancora oggi i giovani getti primaverili sono cucinati nella tradizionale frittata di Pasquetta.

Le infiorescenze femminili essiccate (i coni) vennero utilizzate nella preparazione della birra solo dal XIII secolo da Gambrinus, leggendario Re della Birra.

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